C’E’ BISOGNO DI UNA VISIONE SISTEMICA

Il pensiero sistemico (che significa pensare in termini di relazioni e di schemi) ci rende consapevoli del fatto che le sfide principali del mondo di oggi – energia, economia, cambiamento climatico, disuguaglianze – sono tutte interconnesse e interdipendenti. Sono problemi sistemici che richiedono altrettante soluzioni sistemiche.

Fritjof Capra: C’è bisogno di una visione sistemica della vita e della salute, ne siamo consapevoli  

BUONA LETTURA

I CUCCIOLI PROVANO DOLORE?

ARTICOLO DELLA DOTT.SSA  MARTA BATTI

I pazienti pediatrici (cuccioli e bambini) presentano una immaturità del sistema nervoso. Questo ha indotto per anni medici umani e medici veterinari a pensare che tali pazienti non fossero in grado di provare dolore o che ne provassero “meno” rispetto agli adulti.

In realtà oggi sappiamo che i neonati hanno una maggior espressione dei nocicettori (recettori dolorifici) nonché una immaturità dei meccanismi preposti al controllo inibitorio del dolore stesso.

Questa sottovalutazione del dolore ha provocato uno scarso o nullo utilizzo di adeguati protocolli analgesici nei pazienti pediatrici, con varie conseguenze, tra cui un aumento del tasso di mortalità durante interventi chirurgici fino al 70%! (dati in umana)

La semplice applicazione di protocolli adeguati di gestione del dolore, ha ridotto il tasso di mortalità neonatale del 50%.

Il sistema nervoso, soprattutto nel neonato, è estremamente plastico, ovvero plasmabile. Esperienze di dolore non trattato nel cucciolo possono modificare in modo permanente lo sviluppo del sistema nervoso, contribuendo ad alterare la percezione del dolore nel soggetto adulto, che potrà avere una percezione del dolore elevata anche per pratiche dolorose blande (es: vaccinazioni). È stato dimostrato che addirittura il dolore percepito dalla madre durante la gravidanza può causare alterazioni dello sviluppo neurologico del feto.

Riconoscere e trattare il dolore nei cucciolo è fondamentale per il suo corretto sviluppo neurologico, cognitivo e comportamentale.

Non sono i cani in sé a cambiarci la vita, ma la relazione che decidiamo di instaurare con loro.

Voglio credere che gli Anima-li abbiano un senso del Tutto più sottile del nostro che abbiano la capacità di percepire gli esseri elementari maggiormente di noi umani iposensoriali.
Articolo a cura di @Matteo Gandi, educatore cinofilo e Monica Premoli, Medico Veterinario esperta in Medicine Complementari
Buona lettura!

Non sono i cani in se a cambiarci la vita, ma la relazione che decidiamo di instaurare con loro.

I cani, un mondo fantastico, oltre a bisogni fisici da soddisfare e grandi corse nei prati, sono molto più!

Quante volte ci vengono raccontate storie di animali che ci lasciano senza parole, di gesti che riempiono di grandi dubbi su chi siano gli Anima-li.

A questo proposito vorrei raccontarvi del nostro ultimo viaggio, mio, della mia compagna assieme ad Halma e Giorgio. Ci siamo diretti in Toscana spinti dalla curiosità dei racconti di un’amica archeologa, di tombe pre etrusche e antichi santuari naturali.

Eravamo armati solo di coordinate di questi luoghi interessanti ma Halma e Giorgio sembravano seguire, in mezzo alla fitta boscaglia, qualcosa che non erano odori e molto prima di giungere nelle vicinanze di queste antiche dimore, ecco che i cani si dirigevano, aprendo a noi la strada verso quei luoghi.

Affascinante fu quando ci avvicinammo a quella che viene considerata l’antica Stonehenge italiana. Halma e Giorgio, trovarono un’apertura tra gli alberi e si diressero verso quelle maestose pietre disposte a cerchio e noi con passo spedito; abbiamo lasciato che ci indicassero loro la strada, forse hanno “sentito” quel luogo e quando la vegetazione si è aperta dinnanzi a noi, ci trovammo di fronte a quelle enormi pietre, scavate, incise, con linee che probabilmente indicavano luoghi nel cielo stellato. Era presente una roccia che si ipotizza venisse usata come una vasca rituale per la raccolta ed il culto dell’acqua.

Con nostra meraviglia, Halma e Giorgio portarono enorme rispetto a quei luoghi, sdraiandosi in quella vasca come in una tenera meditazione, assorbendo l’energia disposta dal luogo, il movimento si è fatto più lento in simbiosi con il nostro fare e gli elementi attorno.

.Questo è solo il racconto di una nostra esperienza e svariati studi e le neuroscienze stanno dimostrando che gli animali hanno profondi universi interiori, moralità, aspettative, paure, empatia e forse una loro spiritualità. A tal proposito mi viene in mente quello che diceva Charles Darwin sostenendo che non siamo le uniche specie animali capaci di intelligenza emotiva, cani, uccelli, mammiferi… la possiedono, ognuno a proprio modo e Marc Bekoff rifacendosi proprio a questo concetto rinforza incalzando che derubare il cane delle sue capacità cognitive ed emotive significa fare una cattiva biologia e ciò non significa umanizzare l’animale ma dargli la possibilità di esprimersi con le proprie caratteristiche. Bekoff, un famoso professore etologo, ormai da molti anni osserva animali, cani e non, studiando i loro comportamenti e la loro profonda vita emotiva. In uno dei suoi libri (“Dalla parte degli animali Etologia della mente e del cuore” ) parla di etologia della mente e del cuore e del mistero delle emozioni nel mondo animale.

Gioia, paura, tristezza, amore, senso della morte e della vita non sono solo doti dell’uomo.

Ciò che hanno i cani è una mente attiva, diversa dalla nostra, non inferiore alla nostra, hanno un sistema celebrale e omologhi substrati neurochimici, sarebbe inopportuno classificare tutto secondo la risposta della manifestazione dei comportamenti del cane. Fra gli uomini molte cose passano per amore e non lo sono, eppure nessuno sarebbe disposto a negarne l’esistenza o avrebbe dubbi sul fatto che gli esseri umani sono capaci di innamorarsi. È improbabile che l’amore romantico (o qualsiasi altra emozione) sia apparso la prima volta negli esseri umani senza alcun precursore evolutivo negli animali. Voglio credere che gli Anima-li abbiano un senso del Tutto più sottile del nostro e, anche se difficile da dimostrare, che abbiano la capacità di percepire gli esseri elementali maggiormente di noi umani iposensoriali, basti pensare come Halma e Giorgio si sono comportati di fronte a un luogo intensamente energetico.

O come non osservare come alcuni cani, sia in giovane che in età avanzata, cerchino il contatto con l’acqua, immergendosi, a volte stando fermi a farsi cullare, come potremmo fare noi quando andiamo alle terme, spesso il pensiero olistico dice che l’acqua assorbe e porti via.

E’ così che si è fatta strada in me la convinzione a considerare l’unicità degli animali, non cosa è un cane, un oggetto o un altro essere da controllare, ma chi E’ e quindi non più secondo le nostre visioni antropocentriche del mondo.

Perché il rapporto con i nostri animali, i nostri cani, è molto più di semplici esercizi di obbedienza. E’ un viaggio di due specie che condividono gli stessi luoghi e, se glielo permettiamo, i nostri cani possono diventare un’occasione unica per migliorare la nostra esistenza, vivendo in connessione e unione esperienze profonde insieme. Un cane può aiutarci a ritrovare un contatto con la nostra vita frenetica ad armonizzarla con la natura e a rendere entrambe un intero unificato. In questo modo la magnificenza della natura verrà rispettata, apprezzata e amata.

 

I BISOGNI DEL CANE

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Il cane ha dei bisogni!
Bisogno di appartenenza, vivere in un gruppo stabile, tempo di qualita’, ha bisogno di fare esperienze.
Le esperienze costruiscono le competenze, le competenze sono gli strumenti con cui si affronta il quotidiano, piu si fanno esperienze piu sara’ facile fare nuove esperienze e saper stare in modo equilibrato nel contesto.
Il bisogno di una sana alimentazione, biologicamente appropriata, da carnivoro allargato quale e’.
Bisogno di accreditamento, sapere che ha un ruolo importante all’interno della gruppo, che e’ ben integrato nel sistema famiglia.
Bisogno di fare, di ingaggiare e di essere ingaggiato, di collaborare in una squadra che propone esperienze.
Bisogno di essere, di avere una sua individualita’. Di sapere che puo’ prendere iniziative, sapere che nel compagno umano trovera’ una guida e non un controllore.
Bisogno di socialita’, incontrare suoi simili, nei giusti contesti, con il sostegno del suo compagno umano.
Il cane ha bisogno di riconoscimento equo, di impegno e tempo da parte nostra, di conoscenza, di coerenza, di giustizia e di amore.

Ci accompagna per un tempo relativamente breve nella vita, e merita tutto quello che possiamo dargli, consapevolmente.